annessiectomia milano
4 Febbraio 2025

L’annessiectomia: cos’è, indicazioni, procedura, tecniche e post-operatorio

L’annessiectomia è un intervento chirurgico ginecologico che comporta la rimozione di uno o entrambi gli annessi uterini, ovvero:

  • ovaie;
  • tube di Falloppio.

Si tratta di una procedura che può essere eseguita da sola o in combinazione con altri interventi, come l’isterectomia.

L’annessiectomia viene effettuata per motivi terapeutici o preventivi, a seconda della patologia di base.

L’annessiectomia

annessiectomia

L’annessiectomia è un intervento indicato per il trattamento di diverse condizioni ginecologiche, tra cui:

  • cisti ovariche di grandi dimensioni;
  • tumori benigni o maligni;
  • endometriosi avanzata;
  • torsione ovarica;
  • infezioni pelviche gravi.

Può anche essere raccomandata in caso di sindrome da torsione ovarica recidivante o nel contesto di condizioni genetiche ad alto rischio oncologico, come la mutazione BRCA.

In alcune situazioni, l’intervento viene eseguito preventivamente per ridurre il rischio di sviluppare tumori ginecologici, offrendo alle pazienti una maggiore sicurezza sulla loro salute futura.

Può essere raccomandata, inoltre, in presenza di dolore pelvico cronico non risolvibile con trattamenti farmacologici o per prevenire future complicanze in donne con predisposizione genetica a neoplasie ovariche.

Può essere monolaterale, quando viene rimosso un solo annesso, o bilaterale, se prevede l’asportazione di entrambe le ovaie e tube di Falloppio.

Annessiectomia bilaterale

L’annessiectomia bilaterale comporta la rimozione di entrambe le ovaie e tube di Falloppio.

Questa procedura viene spesso eseguita in caso di:

  • tumori maligni;
  • endometriosi diffusa;
  • misura preventiva per ridurre il rischio di cancro ovarico nelle donne con predisposizione genetica.

Uno degli effetti principali dell’annessiectomia bilaterale è l’insorgenza di una menopausa chirurgica immediata, caratterizzata da sintomi come vampate di calore, secchezza vaginale, osteoporosi e alterazioni dell’umore.

Questo fenomeno è dovuto alla brusca interruzione della produzione ormonale da parte delle ovaie.

A questo proposito può essere raccomandata una terapia ormonale sostitutiva, personalizzata in base alle esigenze della paziente.

Isterectomia totale con annessiectomia bilaterale

In alcuni casi, l’annessiectomia bilaterale viene eseguita contestualmente a un’isterectomia totale, che prevede la rimozione dell’utero.

Questo tipo di intervento è indicato per:

  • tumori ginecologici;
  • fibromi multipli sintomatici,
  • endometriosi severa;
  • condizioni pre-cancerose dell’endometrio.

L’isterectomia totale con annessiectomia bilaterale ha un impatto significativo sulla salute ormonale della donna, portando alla menopausa chirurgica con sintomi tipici della riduzione degli estrogeni.

È fondamentale una gestione post-operatoria adeguata per migliorare la qualità della vita della paziente.

Le indicazioni all’intervento

L’annessiectomia è raccomandata in diversi contesti clinici, tra cui:

  • presenza di tumori ovarici, sia benigni che maligni;
  • cisti ovariche recidivanti o di grandi dimensioni;
  • endometriosi severa che compromette il normale funzionamento delle ovaie;
  • infezioni pelviche gravi che non rispondono ad altri trattamenti;
  • torsione ovarica, una condizione che blocca il flusso sanguigno all’ovaio;
  • profilassi per pazienti con alta predisposizione genetica ai tumori ovarici, come mutazioni BRCA1 e BRCA2.

La procedura chirurgica

annessiectomia bilaterale

L’annessiectomia è un intervento che può essere eseguito con diverse tecniche chirurgiche, a seconda della condizione clinica della paziente e dell’estensione della patologia da trattare. Può essere eseguita:

  • in laparotomia;
  • con assistenza robotica.

In entrambe le tecniche, il medico può scegliere di rimuovere un solo annesso (annessiectomia monolaterale) o entrambi (annessiectomia bilaterale), a seconda delle necessità della paziente.

L’intervento dura generalmente tra i 60 e i 120 minuti e può prevedere una degenza ospedaliera variabile in base alla tecnica utilizzata e alle condizioni cliniche della paziente.

Laparotomia

Nella laparotomia, il chirurgo pratica un’incisione addominale per accedere direttamente agli annessi uterini e rimuoverli.

Questa tecnica viene impiegata nei casi più complessi, come tumori ovarici avanzati o endometriosi diffusa, in cui è necessaria una visualizzazione ampia della cavità addominale. È considerata una tecnica invasiva.

Annessiectomia robotica

L’annessiectomia robotica prevede l’utilizzo di un sistema robotico per eseguire l’intervento con maggiore precisione e controllo.

Si tratta di una tecnica mini-invasiva che permette di ridurre ulteriormente il rischio di danni ai tessuti circostanti e migliorare la conservazione delle strutture anatomiche, rendendolo particolarmente utile per pazienti con condizioni delicate.

Il post-operatorio

Il recupero dopo l’annessiectomia varia in base alla tecnica utilizzata.

L’annessiectomia robotica consente tempi di recupero più rapidi rispetto alla laparotomia, con una degenza ospedaliera ridotta e un ritorno più veloce alle attività quotidiane.

Nei giorni successivi all’intervento, possono presentarsi sintomi come dolore addominale, gonfiore e lievi perdite ematiche. È consigliato evitare sforzi fisici intensi e seguire le indicazioni del medico per una ripresa ottimale.

Le implicazioni psicologiche dell’annessiectomia

L’annessiectomia, soprattutto se bilaterale, può avere un forte impatto psicologico sulle pazienti.

La perdita della funzione ovarica può generare sentimenti come ansia e difficoltà nell’accettazione della nuova condizione ormonale.

Alcune donne possono percepire la perdita della fertilità come un evento traumatico, con effetti sulla loro autostima e benessere emotivo. In questi casi, il supporto psicologico e il confronto con specialisti della salute mentale possono essere strumenti essenziali per affrontare il cambiamento.

Le conseguenze dell’annessiectomia bilaterale

Le principali conseguenze dell’annessiectomia bilaterale riguardano la sfera ormonale e il benessere psicofisico della paziente:

I sintomi a cui si va incontro nel post-operatorio sono:

  • menopausa chirurgica con sintomi intensi;
  • aumento del rischio di osteoporosi e malattie cardiovascolari;
  • possibili effetti sulla libido e sulla vita sessuale;
  • impatto psicologico dovuto alla perdita della fertilità.

Per attenuare questi effetti, il medico può proporre terapie integrative, tra cui la terapia ormonale sostitutiva, una dieta bilanciata e attività fisica regolare per mantenere la salute ossea e cardiovascolare.

L’annessiectomia è un intervento fondamentale in molti scenari clinici ginecologici e, sebbene presenti delle conseguenze, una gestione post-operatoria adeguata permette alle pazienti di affrontare la nuova condizione nel migliore dei modi.