ovariectomia milano
25 Febbraio 2025

L’ovariectomia: indicazioni, tecniche, procedura e recupero

L’ovariectomia è un intervento chirurgico che prevede la rimozione di una o entrambe le ovaie.

Può essere eseguita per motivi terapeutici o preventivi, a seconda della patologia della paziente.

Questo intervento può avere implicazioni significative sulla salute ormonale e sulla fertilità, quindi è importante comprendere quando è necessario, come si svolge e cosa aspettarsi nel periodo post-operatorio.

L’ovariectomia

ovariectomia

L’ovariectomia può prevedere la rimozione di un’ovaia (ovariectomia unilaterale) o di entrambe (ovariectomia bilaterale).

L’intervento può essere eseguito in modo indipendente o in combinazione con altre procedure chirurgiche ginecologiche, come l’isterectomia o la salpingectomia.

La decisione di sottoporsi a un’ovariectomia dipende da diversi fattori, tra cui:

  • presenza di malattie benigne o maligne;
  • il rischio genetico di sviluppare un tumore ovarico;
  • la risposta ai trattamenti ormonali in alcune condizioni.

Le indicazioni per l’ovariectomia

Le principali indicazioni all’ovariectomia includono:

  • tumori ovarici benigni o maligni;
  • endometriosi severa che non risponde ai trattamenti farmacologici;
  • torsione ovarica che compromette la vitalità dell’organo;
  • cisti ovariche recidivanti o di grandi dimensioni;
  • rischio genetico elevato di tumore ovarico in pazienti con mutazioni BRCA1 o BRCA2.

L’intervento può essere necessario anche in caso di infezioni pelviche gravi che non rispondono alla terapia antibiotica e in alcune situazioni di dolore pelvico cronico resistente ai trattamenti conservativi.

Alcune pazienti scelgono di sottoporsi a un’ovariectomia profilattica per ridurre il rischio di sviluppare tumori ovarici o mammari ereditari.

In questi casi, la rimozione delle ovaie è una decisione preventiva, discussa con un’équipe medica specializzata in oncologia ginecologica.

La procedura chirurgica

L’ovariectomia può essere eseguita con diverse tecniche chirurgiche, a seconda delle condizioni della paziente e delle indicazioni dell’intervento.

Le due principali modalità operative sono la laparoscopia e la laparotomia.

Ovariectomia laparoscopica

La laparoscopia è la tecnica mininvasiva più utilizzata. Il chirurgo pratica piccole incisioni nell’addome attraverso le quali inserisce una telecamera e strumenti chirurgici per rimuovere l’ovaio.

Questo approccio riduce il trauma chirurgico, il dolore post-operatorio e i tempi di recupero.

Ovariectomia in laparotomia

Nei casi più complessi, come tumori ovarici avanzati o aderenze estese, si opta per la laparotomia, che prevede un’incisione addominale più ampia per consentire una migliore esposizione dell’area chirurgica.

Durante l’intervento, il chirurgo rimuove l’ovaio o entrambe le ovaie e, se necessario, procede con l’asportazione delle tube di Falloppio o dell’utero.

Dopo l’asportazione, si effettuano controlli per verificare eventuali sanguinamenti o complicazioni e si chiudono le incisioni con punti di sutura o colle chirurgiche.

Il post-operatorio e i tempi di recupero dell’ovariectomia

La laparoscopia permette una dimissione precoce, spesso entro 24-48 ore, mentre la laparotomia richiede un periodo di degenza più lungo.

Nei giorni successivi all’intervento, è normale avvertire dolore addominale e gonfiore, gestibili con farmaci analgesici prescritti dal medico.

Raccomandazioni per un recupero ottimale

Nei primi giorni post-operatori, la paziente deve riposare ed evitare sforzi fisici eccessivi. La ripresa delle normali attività quotidiane può avvenire entro due settimane per chi ha subito una laparoscopia, mentre per la laparotomia il recupero può richiedere fino a sei settimane.

L’ovariectomia bilaterale determina l’insorgenza immediata della menopausa chirurgica, con sintomi come vampate di calore, sudorazione notturna, secchezza vaginale e alterazioni dell’umore. In questi casi, il medico può valutare la necessità di una terapia ormonale sostitutiva per ridurre gli effetti collaterali legati alla carenza estrogenica.

Le conseguenze di una ovariectomia

ovariectomia conseguenze

Come ogni intervento chirurgico, anche l’ovariectomia presenta alcune controindicazioni e possibili complicanze. Non tutte le pazienti possono sottoporsi a questo intervento senza rischi, soprattutto in presenza di condizioni mediche preesistenti che potrebbero aumentare le probabilità di complicazioni intra e post-operatorie.

Le controindicazioni relative riguardano pazienti con:

  • disturbi della coagulazione non controllati;
  • infezioni pelviche attive;
  • gravi patologie cardiovascolari e respiratorie che rendono rischiosa l’anestesia generale.

Inoltre, nelle donne giovani non è sempre indicata la rimozione bilaterale delle ovaie, a meno che non vi sia una chiara indicazione oncologica o preventiva, poiché comporta la perdita definitiva della fertilità e una menopausa anticipata.

Le complicanze più comuni includono:

  • infezioni della ferita chirurgica;
  • sanguinamento post-operatorio;
  • aderenze addominali;
  • possibili danni a organi vicini come intestino o vescica.

In alcuni casi, le pazienti possono sperimentare disturbi legati alla menopausa precoce, con impatti significativi sulla salute ossea e cardiovascolare.

Nonostante questi rischi, la chirurgia eseguita in centri specializzati riduce al minimo le complicanze e garantisce un follow-up accurato per gestire eventuali effetti indesiderati.