turp milano
6 Febbraio 2025

La TURP: la resezione transuretrale della prostata

La TURP, la resezione transuretrale della prostata, è un intervento chirurgico mininvasivo indicato per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna (IPB). 

Questa procedura consente di eliminare il tessuto prostatico in eccesso che ostacola il flusso urinario, migliorando significativamente la qualità di vita del paziente. 

L’operazione viene eseguita in anestesia spinale o generale e utilizza un resettore, uno strumento endoscopico inserito attraverso l’uretra che rimuove il tessuto prostatico in modo preciso ed efficace.

La TURP

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La TURP è una tecnica chirurgica ampiamente utilizzata per trattare l’ipertrofia prostatica benigna senza necessità di incisioni esterne

Grazie all’impiego di strumenti endoscopici, il chirurgo asporta il tessuto in eccesso attraverso una via fisiologica, l’uretra,favorendo una ripresa più rapida. 

Questa metodica offre un trattamento sicuro ed efficace, permettendo ai pazienti di recuperare una corretta funzionalità urinaria in tempi relativamente brevi.

Come si esegue la TURP

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L’intervento viene eseguito in anestesia spinale o generale

Il chirurgo introduce un resettoscopio attraverso l’uretra fino alla prostata; lo strumento in questione consente di visualizzare la ghiandola e rimuovere il tessuto in eccesso utilizzando un’ansa elettrica. 

Durante la procedura, viene utilizzato un liquido di irrigazione per mantenere una visione chiara e rimuovere i residui di tessuto asportato.

L’intervento dura generalmente tra i 60 e i 90 minuti, a seconda delle dimensioni della prostata e della complessità del caso. 

Al termine, viene posizionato un catetere vescicale per favorire il drenaggio dell’urina e prevenire eventuali coaguli. 

Il decorso post-operatorio della TURP

Dopo l’intervento, il paziente viene monitorato attentamente, per assicurare un recupero regolare e una gestione personalizzata del decorso post-operatorio. 

Nei primi giorni è comune la presenza di un catetere vescicale in cistoclisi per favorire il drenaggio dell’urina e ridurre il rischio di ritenzione urinaria. 

Il catetere viene generalmente rimosso dopo 24-72 ore, ma in alcuni casi può essere necessario mantenerlo più a lungo.

Durante il periodo post-operatorio, è normale avvertire sintomi come:

  • urgenza e frequenza urinaria aumentata;
  • lieve sanguinamento nelle urine;
  • sensazione di bruciore durante la minzione.

Questi sintomi tendono a ridursi progressivamente nelle settimane successive all’intervento.

I tempi di recupero dopo la rimozione del catetere

La rimozione del catetere segna un passo importante nel recupero del paziente.

Dopo la sua rimozione, possono verificarsi episodi di incontinenza urinaria transitoria, dovuti all’adattamento della vescica alla nuova condizione.

La ripresa del controllo vescicale avviene generalmente entro poche settimane, ma può variare da paziente a paziente.

Per facilitare il recupero dopo la rimozione del catetere, è consigliato:

  • eseguire esercizi per il pavimento pelvico per rafforzare la muscolatura;
  • mantenere un’adeguata idratazione;
  • evitare sforzi fisici eccessivi nei primi giorni.

La convalescenza dopo la TURP

La convalescenza dopo l’intervento TURP varia in base alle condizioni generali del paziente e alla rapidità con cui si adatta alle nuove funzioni urinarie. 

La maggior parte dei pazienti può tornare alle normali attività quotidiane entro 2 settimane, evitando comunque attività fisiche intense per almeno un mese.

Durante la convalescenza, è importante seguire le indicazioni mediche per ridurre il rischio di complicanze e accelerare il processo di guarigione. 

Funzione erettile dopo TURP

Uno degli aspetti che maggiormente preoccupa i pazienti riguarda l’impatto della TURP sulla funzione erettile

Sebbene l’intervento non implichi direttamente la rimozione di strutture nervose responsabili dell’erezione, alcuni pazienti possono subire modificazioni della loro funzione sessuale.

Possibili cambiamenti dopo la TURP includono:

  • eiaculazione retrograda, che comporta l’assenza di eiaculazione esterna;
  • recupero dell’attività sessuale generalmente dopo 4-6 settimane, previo consenso del medico.

È essenziale discutere con il proprio urologo eventuali dubbi sulla funzione sessuale per ricevere le giuste indicazioni e rassicurazioni.

Dieta dopo intervento TURP

Dopo l’intervento, è consigliato:

  • mantenere una dieta ricca di fibre per prevenire la stitichezza;
  • evitare cibi piccanti o irritanti per la vescica;
  • bere molta acqua per favorire il flusso urinario;
  • ridurre il consumo di alcol e caffeina per limitare l’irritazione urinaria.

Seguire una dieta equilibrata aiuta a ridurre il rischio di infezioni urinarie e a favorire il processo di guarigione.

Quando è possibile guidare nuovamente dopo la TURP?

La ripresa della guida dipende dal recupero post-operatorio e dalle indicazioni del medico. In generale, è sconsigliato guidare per almeno 1 settimana dopo l’intervento, in quanto i farmaci analgesici e il possibile affaticamento possono ridurre i riflessi.

Prima di tornare a guidare, è importante assicurarsi di:

  • non avere dolori addominali o fastidi che possano compromettere la sicurezza;
  • essere in grado di eseguire movimenti senza difficoltà;
  • non assumere farmaci che possano alterare la capacità di reazione.

Consigli dopo TURP

Per un recupero ottimale dopo la TURP, è utile seguire alcune raccomandazioni:

  • evitare sforzi e sollevamento di pesi per almeno un mese;
  • non trattenere l’urina per lunghi periodi;
  • seguire una corretta igiene intima per prevenire infezioni;
  • partecipare alle visite di controllo per monitorare il recupero;
  • segnalare al medico eventuali sintomi anomali come febbre alta, dolore persistente o difficoltà nella minzione.

Seguire queste indicazioni aiuta a ridurre il rischio di complicanze e a garantire una ripresa più rapida ed efficace. Il supporto offerto nei centri di eccellenza consente di monitorare da vicino il recupero e di fornire assistenza tempestiva in caso di necessità.


a cura del Prof. Bernardo Rocco, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Clinica Urologica del Policlinico Gemelli di Roma.